Tecniche yogiche per il benessere

Sempre più persone cercano modalità di cura alternative alla medicina allopatica, si avvicinano titubanti, il più delle volte senza nessuna idea di come opererà il terapeuta, forse pensando tra sé che sia uno dei tanti maghi dell’ultima ora. Se si informassero un po’ di più, forse capirebbero che alle spalle di apparenti semplici movimenti delle mani, c’è un mondo immenso, fatto di tante, tantissime ore di studi, pratiche, meditazioni e molto altro. Seguitemi in questo escursus. Quando si nomina la filosofia a una persona di oggi, ma lo stesso avverrebbe se la si nominasse ad una persona di 2/300 anni fa, quella persona, indipendentemente dal grado di cultura, indipendentemente dal grado di conoscenza della materia filosofica, intende un’attività di ragionamento logico rivolta ad accertare verità fondamentali o a criticare convinzioni generali. Se noi invece guardiamo alle sue origini occidentali, in Grecia, troviamo che per alcuni secoli, praticamente fino all’arrivo del cristianesimo, quindi indicativamente dal 600 a.C. al 400 d.C., ovvero 1000 anni, la filosofia è stata intesa e praticata anche come un’attività di autotrasformazione, sia individuale che collettiva attraverso non solo l’esercizio di un certo tipo di pensiero, ma anche attraverso pratiche e discipline. Si sa che i seguaci di Pitagora avevano un codice di comportamento preciso, praticavano attività particolari, ma pure nelle altre scuole si insegnavano prassi speciali, non propriamente riti in senso religioso, ma esercizi mentali, fisici, combinati,  pratiche di purificazione, intese ad ottenere diversi risultati, come sollevare l’uomo da una condizione di sofferenza oppure di ignoranza oppure di illusione, avvicinarlo alla contemplazione e all’identificazione con il Divino, con il Celeste, con l’Uno, con la verità, col bene. La figura di Plotino è quella che riassume, che conclude nel terzo secolo d.C. questo tipo di elaborazione. Plotino realizza una sintesi delle scuole di filosofia precedenti, delle scuole platoniche e neoplatoniche, aristoteliche e neoaristoteliche, storiche, persino scettiche e costruisce una filosofia che è un tutt’uno di spiegazione e descrizione della realtà in tutti i suoi piani, da quello sensibile, materiale delle molteplici forme, del divenire fino, in ascesa, all’Uno immutabile, perfetto. Anzi, più precisamente, partendo dall’Uno immutabile, completo, perfetto, giù fino al molteplice, del sensibile. La pratica necessaria per l’uomo che vuole liberarsi dalla fascinazione della prigionia del molteplice, del sensibile, delle cose apparentemente materiali, ripercorrendo a ritroso la via del processo della creazione per risalire, attraverso diversi stadi, fino all’Uno, perfetto, immutabile, originario, raggiungendo stati che definisce di estasi, di rapimento: così li definiscono anche i suoi discepoli, qualcuno è arrivato a provarli. Quindi l’etica di Plotino è in realtà una pratica di liberazione dell’uomo, è il suo ricongiungimento, la sua riunione alla perfezione, all’assoluto. Nell’opera della figura, della vita di questa persona, descritta da un suo discepolo che si chiama Porfirio in uno scritto intitolato “vita di Plotino”,  vediamo ben congiunti insieme l’elemento logico razionale e discorsivo della filosofia con quello pratico, applicativo e auto trasformativo: proprio in questo sta l’importanza di questo filosofo che non è solo filosofo ma è anche Maestro di ascesi, ascesi nel senso di esercitazione, è questo il significato della parola ascesi in greco. Egli è inoltre un grande conciliatore e compositore   delle idee, delle acquisizioni delle scuole precedenti. Di lui sappiamo che aveva non solo conosciuto ma anche praticato la filosofia, intesa nel senso già sopra descritto, orientale, persino quella indiana. In che misura e in che forme non è dato sapere perché Plotino cercò di raggiungere l’Oriente ma non riuscì per questioni pratiche legate a una spedizione militare imperiale che non raggiunse il suo scopo. Resta comunque il fatto che l’India, come pensiero e come pratiche, era già presente, da tempo, da secoli, nell’ambiente culturale ellenistico e romano imperiale. Plotino è dunque una figura occidentale, era infatti originario di Alessandria d’Egitto, è vissuto ed ha operato principalmente a Roma ma è soprattutto una figura di unione dell’Oriente con l’Occidente, è una figura che ci aiuta a capire il rapporto della filosofia autentica con la pratica di auto trasformazione e di elevazione della persona. Per arrivare ai giorni nostri, tante sono le scuole che richiamano a tecniche di evoluzione dell’anima dell’essere umano, più o meno valide, con insegnamenti più o meno fedeli, precisi e comprensibili. L’Arhatic Yoga è la scuola che rappresenta al meglio la completezza e la genuinità degli insegnamenti spirituali. E’ una sintesi di tutti gli yoga, includendo portentose tecniche meditative, di purificazione, di respirazione e molto altro, il tutto perfettamente integrato in un percorso che accompagna lo studente ad un livello di progressiva trasformazione dei propri corpi sottili, di potenza, di comprensione, di consapevolezza e di spiritualità. Le tecniche hanno derivazione dall’Egitto, dall’India, dalla Cina, dal Tibet. Gli insegnamenti antichi vengono messi a disposizione dell’uomo moderno con il fine di trascendere la sua natura, dettando uno stile di vita fortemente trasformativo, risvegliando un alto livello di intelligenza, di amorevolezza e di volontà.  Immaginatevi l’anima come un cavaliere e il corpo fisico semplicemente il suo cavallo… Il corpo fisico possiede molti corpi energetici ovvero molti cavalli, se l’anima/il cavaliere perde il controllo sui cavalli/corpi sottili, ognuno di questi correrà in varie direzioni, creando il caos. Solamente una forte energia e consapevolezza dell’anima, le permetterà di averne il controllo, per poter operare in armonia, per proseguire l’evoluzione, questo è l’Arhatic Yoga e questo è il cammino spirituale che segue la vostra terapeuta, la sottoscritta Giovanna Scapin per il suo bene e per il vostro equilibrio psico-fisico.