Pranic Healing & Arhatic Yoga, ovvero la crescente utilità di determinati insegnamenti.

Dal 2001 circa viviamo in un pressoché continuo susseguirsi, sempre più veloce, di crisi economiche e sociali che in realtà costituisce la fine di un’epoca di relativa stabilità e l’ingresso in un’altra, di grande instabilità strutturale e dalla quale, al momento, non si vede un’uscita.

Tale condizione esistenziale ha fatto venir meno le sicurezze e la possibilità di pianificazione costruttiva di medio e lungo termine. Come conseguenza, osserviamo sul piano psicologico e comportamentale importanti processi degenerativi come il diffondersi di depressioni, ansia, tendenze distruttive e autodistruttive, come evidente risposta alla impossibilità di una progettazione costruttiva.

Progettare la vita vuol dire darle significato, darle valore. Condividere la progettazione nella socializzazione è indispensabile per una vita sana e soprattutto una psiche stabile. Entrambe richiedono capisaldi, riferimenti, obiettivi e valori condivisi. 

La vicenda della pandemia, della diffusa paura, delle limitazioni e dell’interruzione della vita sociale, delle abitudini consolidate, per effetto di misure più o meno razionali e più o meno efficaci introdotte per contenere il contagio, ha accelerato questi processi e ha visto aumentare notevolmente il tasso dei suicidi.

È risaputo che la linea evolutiva dal sistema economico va verso una crescente precarizzazione, una crescente mobilità, e una sempre maggiore disoccupazione. La linea evolutiva è sempre più orientata verso la via della recessione, dell’automazione e dell’intelligenza artificiale, perciò la persona, per il lavoro, servirà sempre di meno. E questo comporterà un aggravio sempre maggiore della situazione psicologica collettiva.

Un rimedio adeguato ad un tale preoccupante quadro che investe i singoli e la società nel suo complesso, dovrebbe comprendere la scoperta e l’attivazione di capacità umane nuove, che consentano di compensare e vincere il senso e la condizione di impotenza in cui siamo stati gradualmente sospinti. Dovrebbe inoltre risvegliare le persone a nuovi significati, nuovi valori e scopi della propria esistenza individuale e comunitaria, che consentano nuovamente e soprattutto su basi indipendenti, di elaborare, perseguire e portare a termine progetti costruttivi. Progetti di vita che siano dotati di senso, capaci di trasmettere questo senso all’impegno esistenziale, così da dare un buon tono generale all’umore e da costituire uno spontaneo aggregante sociale.

Questo sarebbe un’ottima modalità per ritornare a comprendere il nostro prossimo e noi stessi, per un’iniezione di energia rivitalizzante. 

L’esistenza, la nostra, dovrebbe, a sua volta avere fondamenti in esperienze attive, dirette e concrete di una realtà non semplicemente terrena ma universale, superiore ai mutamenti che ci vengono imposti.

Sin dagli albori delle rispettive civiltà, l’oriente, ben prima, e poi l’occidente, hanno sviluppato e coltivato, in diverse forme e misure, pratiche e conoscenze in grado di dare all’uomo quanto abbiamo appena detto e quanto di cui ora abbiamo un enorme bisogno. Soprattutto l’oriente continua ad offrire moltissime risorse, accessibili anche all’uomo occidentale contemporaneo grazie all’opera di traduttori, di interpreti, di Maestri contemporanei e anche grazie a scuole di yoga che mantengono puri gli insegnamenti. Se ne trovano di molti tipi, adatti a diversi tipi psicologici. Quelle autentiche hanno in comune il fatto di non essere dogmatiche, carismatiche o settarie ma di addestrare e preparare alla sperimentazione e realizzazione dirette, donando strumenti di verifica personale. Ho scelto di entrare come praticante e studente nella scuola di Pranic Healing & Arhatic Yoga perché essa risponde alle suddette caratteristiche e perché offre una grande completezza di insegnamenti e preparazione. Constato giornalmente la grande efficacia delle lezioni, a partire dal livello più pratico e quotidiano fino a quello metafisico della scoperta e del pieno apprezzamento del valore dell’esistenza, della meravigliosa bellezza dell’universo e provo immensa gratitudine per aver intrapreso il cammino.