La coscienza

La coscienza è la cosa più semplice e più complicata, allo stesso tempo.

Non abbiamo fatto alcuna fatica per averla e ci accompagna in ogni istante della nostra vita. Durante il sonno va in stand by e la mattina si risveglia con noi, come per incanto.

La coscienza è anche la cosa più difficile al mondo perché non sappiamo bene che cosa sia e quel che è peggio è che non sappiamo neppure bene come definirla. E’ la capacità di percepire, di sperimentare, è la soggettività, è la consapevolezza di sé, dell’ambiente, è il pensiero, è il libero arbitrio,  è il centro di comando della mente.

Ma che cos’è? Definire la coscienza non è semplice, è la caratteristica più misteriosa del cervello, impossibile da studiare in laboratorio.

Uno degli scopritori della doppia elica del DNA, Francis Crick, ha indagato il mistero della coscienza, scientificamente, ed avanza l’ipotesi che  le attività mentali di un individuo siano il risultato dell’azione di neuroni, cellule gliali, atomi, ioni e molecole che li compongono ed influenzano. Interessante non di certo non chiaro, sembra che la coscienza si divida tra una parte facile da comprendere, ovvero come il cervello riesca a produrre la memoria, l’attenzione e la riflessione e una parte più difficile che consiste nel capire come circa un chilo e mezzo di gelatina biologica trasformi le informazioni elettrochimiche in qualità, come ad esempio la dolcezza di un frutto maturo.

La coscienza non si può misurare, e sembra non  ci voglia un cervello complicato come quello umano per generare un qualche livello di coscienza. Animali tipo scimpanzé, gorilla, orangutan, solo per fare alcuni esempi, dimostrano un certo grado di consapevolezza, come pure mammiferi quali delfini ed elefanti.

Nel 2012 neuroscienziati hanno firmato la Dichiarazione di Cambridge che si conclude con la frase: “l’assenza di una corteccia non sembra impedire ad un organismo di avere esperienze affettive. Numerosi studi dimostrano che gli animali possiedono substrati della coscienza a livello neuroanatomico, neurochimico e neurofisiologico, oltre alla capacità di esibire comportamenti intenzionali. Queste prove indicano che gli umani non hanno l’esclusiva dei substrati neurologici che generano la coscienza”.

Il termine substrato neuronale indica le parti del sistema nervoso centrale che partecipano un’azione o ad un’ emozione perciò possiamo dire che tutti i mammiferi e anche gli uccelli hanno una coscienza anche se di gradi differenti.

Esiste inoltre la Teoria dell’informazione integrata, complessa e matematica. Riassunta in poche parole sostiene che un sistema fisico è cosciente nella misura in cui è capace di integrare le informazioni.

L’esperienza celebrale è difatti un insieme di informazioni esterne, come quelle visive, sonore, tattili ed interne come il pensiero e le sensazioni. Di conseguenza il substrato della coscienza potrebbe essere un sistema composto da elementi informativi differenti, perciò più una specie riesce ad integrarli e più il livello della sua coscienza sarà elevato.