Il sonno ristoratore

L’interazione, la sinergia tra alimentazione e stile di vita, come pure tra salute, benessere e longevità, rappresentano i fattori chiavi per invecchiare bene o male. Questi elementi influenzano tutti gli aspetti della nostra salute fisica e mentale.
Attualmente abbiamo a disposizione nuove prove genetiche a favore della teoria che gli effetti fisiologici dell’orologio biologico come il sonno e l’appetito sono strettamente connessi, sia a livello molecolare che a livello comportamentale.
In parole povere, stare alzati fino a tardi, saltare i pasti sono comportamenti che sconvolgono i geni deputati a controllare i ritmi circadiani del nostro organismo. Quando ci priviamo della quantità necessaria di sonno, sia il metabolismo del glucosio sia il sistema neuroendocrino ne risentono. La carenza di sonno è un problema endemico della società moderna.

Studi scientifici stanno dimostrando l’importanza di seguire il ritmo circadiano cioè il naturale ciclo di sonno e veglia durante le 24 ore. Test eseguiti sui giovani adulti sani, privati del sonno, hanno dimostrato una marcata alterazione del metabolismo. Anche il sistema neuroendocrino, che regola l’appetito, viene influenzato negativamente, portandoci a desiderare cibi ricchi di carne di carboidrati e grassi con conseguente aumento di peso. Queste ricerche danno un nuovo significato l’espressione “sonno ristoratore”, permettendo inoltre alle nostre cellule di auto-ripararsi durante il sonno, rendendo la pelle più liscia e luminosa.

Se privati del sonno, la pelle diventa pallida, gonfia, più rugosa e anche il nostro peso corporeo inizia a risentirne negativamente. Un numero sempre crescente di prove epidemiologiche sottolinea l’associazione tra breve durata del sonno ed aumento del rischio di obesità e diabete mellito tipo 2, non dormire abbastanza porta infatti a secernere più cortisolo, l’ormone dello stress, a rallentare il metabolismo, a favorire l’aumento di peso ed ad accelerare l’invecchiamento.