I danni della castrazione psichica

La prima regola di sopravvivenza per l’individuo è il non uscire dal sistema.

Sin da bambini riceviamo messaggi, sia attraverso quello che ci viene detto che attraverso modelli comportamentali che portano l’individuo ad uniformarsi agli altri.

A volte ci si comporta da stupidi per nascondere i propri talenti, per il desiderio di un posto in famiglia, in società, non vogliamo perdere l’appartenenza differenziandoci troppo dal resto del gruppo, accettando di pagare l’alto prezzo della castrazione delle nostre capacità.

Possiamo scegliere di essere stupidi per appartenere ad una determinata organizzazione, stare in basso per poter andar bene a chiunque. La famiglia ci assegna i ruoli, lo stupido è uno di questi e segna il percorso di vita dell’individuo. Tra gli adolescenti esiste una grande confusione d’identità, si è senza orientamento, si è persa la propria centratura.  Spesso alla base di tale comportamento esistono conflitti istituzionali, con la scuola, famiglia, lavoro. I ruoli esistenti in famiglia si ripetono anche all’interno di organizzazioni piu ampie. Polarizzare l’attenzione sul singolo individuo rende tutto piu semplice, molto meno lo sarebbe il prendersi la briga di avere una visione piu ampia inerente il contesto nel suo complesso. Secondo Stephen Karpmann, nel gioco della vita, tendiamo ad assumere uno dei tre ruoli da lui delineati,  ovvero la vittima, il persecutore o il salvatore.

La Vittima tende ad instaurare un rapporto di senso di colpa con il persecutore, ha deciso che è lui l’origine della sua sofferenza e vuole far si che il salvatore si attivi per aiutarla. Inconsapevolmente, la vittima ricerca un persecutore o un salvatore, con il primo si alleerà sentendosi rifiutato o sminuito e con il secondo si alleerà pensando di aver bisogno del suo aiuto per poter fare qualsiasi cosa.

Il  Persecutore è il ruolo di chi impone regole e limiti aggravando in questo modo la dipendenza e lo star male della vittima. Un esempio puo essere il genitore ipercritico e svalutante.

Il Salvatore ha un cattivo rapporto con se stesso e cerca di riscattare il senso di colpa e la bassa opinione che ha di sé. Si preoccupa degli altri anche quando capisce sarebbe meglio non farlo. Crede di aiutare la vittima ma, al tempo stesso, le permettere di rimanere vittima assumendosi la responsabilità che dovrebbe essere di quest’ultima.

Tutte e tre le figure sono completamente decentrate da se stesse e rispondono a meccanismi che si sono instillati nel passato, da bambini.

Anche l’ordine delle nascite in famiglia ha un ruolo fondamentale per stabilire aspettative tra i familiari, il primogenito deve rispondere ad aspettative ben diverse rispetto a quelle del secondo o terzo genito. L’irretimento, ovvero l’assumere su se stessi il destino di un’altra persona, è un’altra fonte di castrazione. Nelle persone irretite troviamo spesso anche l’aggressività di quelli che ne sono responsabili. Nell’ambito familiare i modelli comportamentali si trasmettono di padre in figlio, ben oltre la mente conscia. La maggior parte degli irretimenti ha origine familiare e può anche risalire a generazioni precedenti.

Le gerarchie nell’ambito lavorativo seguono due strade, una legata all’anzianità e l’altra legata alle funzioni. Esistono tre condizioni per il successo nei rapporti lavorativi, il legame, che sia appartenenza o esclusione, la compensazione, tra il dare e il ricevere un ordine, grandi fattori scatenanti di conflitti lavorativi e la coscienza, ovvero il saper rimanere se stessi nelle relazioni importanti, guai a non tener conto di questi fattori….si può aggiungere anche un quarto elemento che è la durata di appartenenza ad un gruppo. Quelli che sono arrivati per primi vogliono essere riconosciuti da chi è arrivato dopo.

Il resto al prossimo articolo, seguiteci….